Storie
Sofferenza e bellezza del G-Track 2018...
Mentre l'edizione 2019 del G-Track si avvicina pubblichiamo il racconto di Federico Sanna sulla sue esperienza alla scorsa edizione del G-Track.
Ho deciso di iscrivermi al G-Track solo il 21 maggio, nella distanza più corta, la cosidetta Mood, 100+ km x un dislivello di 2500. Dopo la Myland pensavo che queste gare sarebbero state x me un lontano ricordo, dati gli obiettivi che mi ero prefissato. La manifestazione si svolge, tra l'altro, in un periodo per me molto impegnativo dal punto di vista scolastico. Mi dispiaceva però saltare l'evento anche quest'anno, organizzato dagli amici di Galluratracks. Ho fatto quindi in modo di programmare i miei impegni scolastici prima della partenza. Nei pochi giorni precedenti lo start mi sono dedicato alla preparazione della gara, anche se, dato il poco tempo, non è stata certo ottimale.
Nonostante ciò, questa per me aveva il sapore di una vera competizione. Il mio avversario principale,il grande Marco Sau, partito il venerdì, aveva fatto registrare un fantastico tempo: 7 h 55 min.
Il giorno della partenza noto tanti visi familiari, tutte persone conosciute alla Myland. Mi avvio, sin dall'inizio, con passo sostenuto, tenendo d'occhio i battiti sul cardio.
Arriva subito il primo e unico tratto di portage, un single track che avevo percorso, in discesa, nell'edizione del 2016 di Tempio di Pedalare. Già da lì avverto un dolore vicino al ginocchio che mi perseguiterà per un bel po' di strada. Arrivano le prime salite che affronto ad un passo costante, senza particolari problemi. Sin qui tutto bene, a parte la mancanza di acqua. A questo punto saltano fuori le prime difficoltà, a cominciare, come appena accenato, dall'assenza di acqua. La mia intenzione era quella di rifornirmi alle fonti che avrei incontrato durante il percorso, il problema sarà che le avrei incontrate a borraccia piena!
Fino allo scollinamento a Vallicciola sto comunque piuttosto bene, riuscendo a mantenere anche un po' di vantaggio. Inizia la discesa, alla quale si alternano, di tanto in tanto, degli strappetti di qualche decina di metri, apparentemente innocui, ma di fatto letali per le gambe. Alla prima rampetta accuso subito un crampo alla gamba sinistra che mi costringe ad una sosta di circa un minuto, cosa che si sarebbe ripetuta, mio malgrado, da lì in avanti, diverse volte.
Ero in sella da quasi 4h senza mai fermarmi. Continuo la discesa, stando attento a non forzare troppo nelle salite , arrivando cosi alle "Tre Fontane" (Non ricordo il nome preciso). Mi rinfresco la testa e riparto subito verso Luras, unico CP della distanza breve. I crampi purtroppo si ripresentano e saranno miei compagni di viaggio sino alla fine della corsa. Inizia a farsi sentire anche la stanchezza accumulata durante il tragitto sin qui percorso, 70 km e 2200 d+. Questa mi porta a sbagliare strada, ma riesco comunque ad arrivare al check point con una decina di minuti di vantaggio. Qui trovo Giovanni, Fabio e Manuela, provo un immenso sollievo nel trovarli lì. Dopo aver bevuto una coca-cola e fatto qualche foto, riparto, dimenticando però le borracce, per cui, dopo poco, sono costretto a ritornare indietro per recuperarle.
Mancano circa 55 km con un dislivello di 1500 d+. A parte le difficoltà descritte, nel complesso era filato tutto abbastanza liscio. In questi ultimi km spingo un po' perché dalla mia analisi non sarebbero dovuti essere complessi. Al contrario risulterranno i più tosti. Un caldo infernale, i crampi che ormai hanno preso il sopravvento, la voglia di proseguire che va man mano sgretolandosi a ogni metro percorso. Non mi voglio rassegnare però all'idea di abbandonare a 40 km dal traguardo. La resilienza, per fortuna, ha la meglio.
Recupero quindi le poche energie residue e proseguo, seppur a rilento, e con brevi ma ripetute soste. A pochi km da Aggius, dopo un tratto di strada durissimo composto da sali e scendi interminabili, comincia a piovere e a fare freddo. Svanita la possibilità, a questo punto, di fare il miglior tempo, continuo, determinato, verso la meta. Mentre attraverso Aggius incrocio miracolosamente Francesca e Rita alle quali chiedo dell'acqua. Avevo infatti percorso gli ultimi 40 km con la borraccia semivuota. Molto cortesemente mi danno tutta la loro acqua a disposizione.
A quel punto riparto spedito verso Tempio. Attraverso il boschetto e mi ritrovo subito ad affrontare l'ultimo tratto di salita. Ingenuamente mi illudo che una volta arrivato all'ingresso di Tempio sia tutta pianura. E ancora una volta la mia valutazione si rivela essere errata. Un'infinita e ripida salita mi attende. Dopo 8h e 20 min arrivo al quartier generale dove vengo accolto con l'immancabile entusiasmo da Giovanni e i suoi bambini. Mi offrono da bere e da mangiare un infinità di cose ma, dopo quell'inferno, l'unica cosa che desidero fortemente è rillassarmi. Il mio calvario non finisce qui. Dopo 10 minuti vengo colto da un fortissimo dolore intercostale che mi tiene bloccato sulla sedia per diversi minuti, dovuto probabilmente a un mix di freddo e stanchezza. Quando finalmente mi riprendo, dopo una bella doccia calda, ritorno al QG dove scambio qualche chiacchiera con gli organizzatori(Pier Mario, Checco, ecc.).
La mia avventura al G-Track può dirsi conclusa.
Devo assolutamente ringraziare Giovanni e l'intera organizzazione per avermi permesso di partecipare e avermi accolto in maniera fantastica.