Storie
GTrack 2017 - La presenza di un grande "Maestro"
Tutti i bikers possono carpire dei segreti dall'incontro con Antonio Marino, detto "Il Maestro", follemente innamorato della mountain bike e geologo di professione, percorre tutti gli sterrati della Sardegna e non solo da innumerevoli anni. Lo intervistiamo per raccontarci il suo GTrack 2017.
Antonio cosa ne pensi del GTrack 2017?
E' stata la prima edizione del GTrack, ovvero un trail in MTB che attraversa alcune zone della Gallura, forse tra le più belle. La partenza / arrivo è naturalmente il capoluogo, Tempio, gli organizzatori, un gruppo di amici amanti della MTB capitanati da Giovanni Forchiassin (Glendower J. Fork).
Bene … stai già introducendo gli organizzatori …
Nel giro di pochissimo tempo e alla prima esperienza come organizzatori di un evento di questo genere, sono riusciti in un'impresa egregia, quasi impossibile: studiare un percorso di 250 km abbastanza vario e spettacolare, cercare gli sponsor, pubblicizzare l'evento, inserire ben 6 Check Point organizzati anche per offrire rifornimenti, far trovare agli atleti un punto di riferimento per ogni esigenza presso il Quartier Generale.
Iniziamo dai risultati?
Si sono visti dalla soddisfazione di chi vi ha partecipato e da chi ha seguito l'evento attraverso i canali social tenuti costantemente aggiornati. Naturalmente tutto si può migliorare nelle prossime edizioni (parliamo di dettagli...), ma già questo primo GTrack è da parte mia promosso a pieni voti!
Molte le emozioni provate, prima, durante e dopo, tanti gli amici incontrati, altri conosciuti nell'occasione, tanta simpatia e allegria in questi 2 giorni. Io con Paolo, Monica e Roberto, siamo quelli di Sardinia Mountain Bike, il gruppetto più numeroso come associazione tanto che siamo stati omaggiati con il logo GTrack rivisto con i nostri colori sociali. Grazie ragazzi!
Partiamo ...
La partenza è un momento di festa, il briefing iniziale, il saluto del sindaco, la benedizione di don Marco, la gente che assiste e infoga gli atleti, tanti fotografi che sbucano da ogni angolo mentre passi. Ma presto si inizia a salire sul Limbara, la pioggia inizia a scendere e ognuno di noi prende il suo passo e si concentra su quanto deve fare. Io so che devo partire con il mio passo tranquillo, devo riscaldare bene il motore e soprattutto devo vedere come si comporta la mia schiena, reduce da una lombalgia acuta che ho alleviato a forza di antinfiammatori. Fortunatamente nessun problema, la bici è la cura per tutti i mali!
Quindi siamo già a pieni giri …
La compagnia di Piero (Manca, l'Avventuriero) prima e quella di Paolo (Massenti, la freccia di Guasila) dopo, qualche chiacchiera e tante battute, rendono gradevoli i primi 140 km e scorre quasi tutta la notte. Davanti abbiamo quel missile di Marco Sau che avevamo salutato al CP2 “Lu Multicioni” e poi non rivediamo più … infatti lui è ripartito quasi subito, noi invece non abbiamo saputo resistere al panino con salsiccia offerto da Pier Stefano e ci prendiamo qualche minuto in più.
Avete marciato anche di notte?
Si, ormai è notte piena, la temperatura si abbassa e ci vestiamo bene prima di ripartire. I chilometri seguenti si dimostrano veramente impegnativi, il fondo spesso sconnesso con molte pietre e rocce affioranti che unite alle pendenze estreme, ci costringe spesso a spingere la bici o comunque a spingere di brutto col rampichino.
Si, ma che ore sono?
Al CP 4 sono solo, riparto che sono passate le 5:00 e so che adesso mi aspetta la ri-salita del Limbara, stavolta dalla parte di Calangianus. Rampe infinite, lunghe e ripide con il fondo fatto della solita sabbia di granito, ma ho mangiato bene (fondamentale per me!) e le faccio senza troppi problemi. In cima ho il privilegio di godere di un’alba spettacolare sulle guglie granitiche del Limbara, quella del primo sole che fa evaporare la brina depositata la notte tra gli abeti e le alte sequoie ... sono unico spettatore di un film impagabile! Va bene la gara, la competizione, ma il tempo per fermarsi qualche attimo ad ammirare questo contesto, scattare qualche foto lo si trova sempre!
Discese mai?
Ancora sulle cime non è finita, si riscende e si risale ancora, questo percorso si dimostra veramente impegnativo. Finalmente si scende dalla sterrata del “Serpente”, veloce e divertente susseguirsi di tornanti che mi riporta alla base della montagna, poco distanti da Tempio e, soprattutto, mi fa riprendere fiato.
Bene, mi sembra che non sia difficile tenere il conto delle ore di sonno …
Ogni tanto mangio qualcosa e prendo le mie pastiglie di magnesio, a volte pedalando, a volte mi fermo e ne approfitto anche per riposarmi un istante o per fare qualche foto. Il CP 5 è Aggius, speravo fosse più semplice invece una serie di sali-scendi mi fa sudare anche questa meta. Qualche km prima, vicino a Tempio, un cane Labrador nero (Duke) inizia a scodinzolare e a seguirmi senza mai mollare arrivando sino dentro Aggius, sembrava il fratello gemello di uno analogo che fece la stessa cosa nel 2015 in Corsica mentre provavo un itinerario da Bonifacio a Bavella, facendomi compagnia per ben 20 km! Dev’essere la razza!!!
Hai apprezzato il Limbara … e i borghi galluresi?
L’attraversamento di Aggius merita davvero, un tipico paese con case e strade tutte in granito, pulito e ordinato come se ne vedono pochi … gente cordiale ti saluta mentre passi … però il caldo si fa sentire e mi fermo in un negozio ... ho necessità di una coca fresca che accompagni il mio panino … sono piccole cose che in situazioni simili danno grandi soddisfazioni!.
Siamo vicini al “Muto di Gallura”?
Si infatti al CP5, poco dopo, mangio, bevo la mia coca cola, chiacchiero con gli amici che lo presidiano e mi prendo un caffè, si tratta della mia colazione e me la godo tranquillo! Arrivare al CP6 (Bortigiadas) è tutt’altro che banale, una serie di interminabili piste per il taglio del legname, pietrose e sconnesse in salita, mi costringono a spingere sotto un sole cocente, non c'è verso di avere grip sotto le ruote e oltretutto i 200 km fatti si fanno sentire tutti.
Adesso non siamo a troppi km dal traguardo ...
Al CP 6, poco superato Bortigiadas, apprezzo molto l’insalata di riso offerta, faccio rifornimento d’acqua e mi appresto ad affrontare gli ultimi 50 km dove non ci sono più punti d’acqua e dove i 20 km finali sono veramente impegnativi. Arrivo al punto più basso del percorso a quota 90m s.l.m. abbastanza facilmente, da qui si deve però risalire a quota 600 m e poi arrivare a Tempio.
Il microclima di quella valle è una trappola.
Sono le 14:00, il caldo è allucinante. Guardo il termometro sul computerino della bici, superiamo i 41°. Al guado mi bagno testa gambe e braccia e affronto la salita. Questi ultimi km sono veramente interminabili, tratti in salita dove recuperi quota e la perdi subito dopo con una discesa e così per ben 3 volte. Ogni pianta che produce ombra è un invito a fermarti. L’acqua è diventata bollente ma bisogna ugualmente bere, il corpo si disidrata velocemente in queste condizioni.
Sei il primo inseguitore di Marco Sau …
Incontro Luca (Saba) col quale facciamo gli ultimi 10 estenuanti km sino a che compare il caseggiato del Quartier Generale come un miraggio. Ce l’ho fatta, è stata molto più dura di quanto immaginavo ma, forse anche questo, ha reso la soddisfazione di averla conclusa ancora più grande. Alla fine ho impiegato 26h55’, secondo dopo Marco, pensavo di farla in meno di 24 h ma non avevo fatto i conti con il territorio della Gallura che non fa sconti a nessuno!
Grazie Antonio … a presto e in bocca al lupo per i tuoi prossimi raid … quelli impossibili del tuo amico Maurizio Doro.
Crepi il povero lupo … arrivederci presto!!!